La routine è un bene o un male? Personalmente ho sempre avuto un rapporto abbastanza complicato con le routine e con le abitudini in generale. Contrariamente alla maggior parte delle persone, infatti, ripetere le stesse azioni nel tempo spesso mi ha provocato ansie ed inquietudine.
Mi rendo conto che per molti valga il contrario: in genere, la routine è rassicurante e confortevole dal momento che i cambiamenti spesso spaventano ed è questo il motivo per cui in molti li rifuggono. Andare sempre allo stesso bar, o svolgere sempre la stessa attività è comodo: il cervello lavora in maniera meccanica, senza bisogno di dover pensare. La routine non comporta scelte o decisioni da dover prendere, ad ogni sua ripetisione.
Effettivamente, le routine ci aiutano a svolgere efficentemente dei processi, che poi diventano abitudini, che possono aiutarci notevolmente a raggiungere i nostri obiettivi, se ben strutturate e rispettare.
Eppure, io ho sempre avuto problemi a stabilire routine nella mia vita. Per natura, ho sempre amato le novità e i cambiamenti e la ripetitività mi provocava noia e senso di insoddisfazione. Dopo poco tempo che ripetevo la stessa attività sentivo il bisogno di fare qualcosa di totalmente diverso, di dirigere le mie energie mentali su nuove attività che mi permettessero di imparare qualcosa di nuovo.
Questa mia “irrequietudine” mi ha portato molte volte ad imbarcarmi in diverse avventure, senza tanta paura per l’ignoto. Spesso lo favevo semplicemente perché ero annoiato proprio dalla routine. Ciò mi ha permesso di esplorare molti campi, non direttamente correlati tra di loro, arricchendo la varietà del mio bagaglio culturale.
Allo stesso tempo, però, notavo che spesso le altre persone riuscivano meglio di me in molte attività che richiedevano ore e ore di ripetizione per essere eseguite con successo. La mia impazienza e la mia repulsione nei confronti della ripetitività esasperata mi impediva di raggiungere risultati importanti in quasi tutte le discipline, almeno nel breve periodo.
Ciò mi ha portato a chiedermi più volte: le routine sono positive o negative? Come posso fare per abituare il mio cervello a compiere ripetutamente le stesse azioni senza annoiarlo eccessivamente?
Dopo alcuni esperimenti più o meno riuscito in svariati ambiti, sono giunto alle seguenti conclusioni.
- Le routine sono fondamentali per ottimizzare i processi
- Per ottimizzare i risultati bisogna assicurarsi di implementare le giuste routine e migliorarle nel tempo
- La prevedibilità e la ripetitività della routine frena la creatività
1. Le Routine sono fondamentali per ottimizzare i processi
Ripetere le stesse attività più e più volte è fondamentale per riuscire ad ottimizzare processi ed acquisire maestria in uno specifico campo.
Una volta capite le fondamenta ed il perimetro del processo, è necessario ripetere in serie le attività che lo compogono per acquisire padronanza dello stesso e migliorarlo nel tempo.
Questo è valido in tutto: nello studio, nel lavoro, negli hobby e nelle relazioni.
Se il mio obiettivo è quello di imparare lo spagnolo, o imparare a suonare il piano, impostare e rispettare una routine di apprendimento quotidiana è determinante nel raggiungimento dell’obbiettivo.
Questo perché il cervello è fatto di connessioni neurali che si rafforzano ogni volta che ripetiamo le azioni ad esse associate.
Pensa all’andare in bicicletta. All’inizio il cervello deve sforzarsi per imparare come mantenere l’equilibrio mentre si pedala e creare questa nuova connessione neurale. Dopo un po’, l’azione diventa automatica e possiamo andare in bicicletta senza dover pensare a come mantenere l’equilibrio perché il cervello ha metabolizzato questa routine.
Questo ovviamente non vale solo per l’andare in bicicletta ma in molti ambiti della vita e nell’apprendimento di qualsiasi cosa in generale.
2. Per ottimizzare i risultati bisogna assicurarsi di implementare le giuste routine e migliorarle nel tempo
Se è vero che le routine sono quasi sempre essenziali per il raggiungimento di un obbiettivo, è vero anche che le routine possono essere molto pericolose.
Oltre agli esempi evidenti di routine negative come l’abuso di alcol, di tabacco o altre droghe, spesso mi è capitato di notare quante persone si ritrovano intrappolate nelle loro routine sensa riuscire a raggiungere i loro obbiettivi.
Questo ovviamente capita quando si perdono di vista o non si hanno bene in mente i propri obiettivi, ma capita anche quando ci ostiniamo a ripetere routine non funzionali ai nostri risultati. Molte persone, infatti, eseguono routine senza saperne bene il perché, o non ottimizzate per i propri obbiettivi, magari perché gli è stato insegnato dalla famiglia o dalla società.
E’ fondamentare, dunque, cercare di assicurarsi che le routine che si eseguono siano effettivamente utili e funzionali al raggiungimento dei propri obbiettivi e che si cerchi di migliorarle gradualmente nel tempo, tenendo sempre e comunque un occhio ad altre possibili routine/metodi che potrebbero permetterci di raggiungere l’obiettivo in maniera più efficiente/efficace.
3. La prevedibilità e la ripetitività della routine frena la creatività
Abbiamo appena detto quanto sia importante tenere sempre comunque un occhio a possibili alternative o modi diversi “di fare le cose”.
Si tratta di un qualcosa di non banale perché la naturale ripetitività della routine frena la creatività. Questo perché il cervello sa già come effettuare un processo per raggiungere un risultato, quindi non ha bisogno di ingegnarsi per trovare una soluzione.
Ciò comporta che spesso falliamo nel migliorare la nostra routine o adottare una routine più efficace/efficiente, proprio perché sappiamo già come si fanno le cose e/o non vogliamo uscire dalla nostra zona di confort.
Per mantenere un cervello creativo, quindi, è fondamentale tenersi aperti alle innovazioni e provare a variare le proprie abitudini di tanto in tanto. Una best practice, secondo me, potrebbe essere quella di introdurre una routine quotidiana dove si lascia del “tempo libero per creare.”
Tu che cosa ne pensi? Sei un tipo abitudinario oppure odi pianificare e preferisci “vivere al momento”? Quali sono le tue strategie?
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